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CHICCHI DI STORIA

–    Quella del caffè è una storia che si perde nella “notte dei tempi”, tanto varia, sfuggente e antica è la sua origine. Pochi avvenimenti nella storia sono conditi di leggende come il caffè ed è difficile districarsi tra racconti di autentica storia e fiabe di suggestiva leggenda.  Nella Bibbia (primo libro del Re), David porta come dono di conciliazione “dei grani abbrustoliti”, cioè dei chicchi di caffè ed è ancora caffè la bevanda amara che Elena aggiunge al vino per asciugare le lacrime deglio ospiti alla mensa di Menelao.

–    Nel XIV Secolo si iniziano ad avere notizie di una lenta ma progressiva invasione del caffè in Arabia, Egitto, Siria e Turchia, dove trova il favore della popolazione e dove iniziano le prime testimonianze scientifiche sulla sua capacità terapeutica.

–    A partire dal XVI Secolo alcuni imprenditori cominciano a introdurre il caffè anche in Occidente, prima trasportandolo e poi piantandolo. Così gli olandesi impiantarono estese coltivazioni a Giava, i francesi in Martinica e nelle Antille e, successivamente, gli inglesi, gli spagnoli e i portoghesi in Africa, Asia, e America.

–    Nel 1570 i veneziani scoprirono per la prima volta l’aroma forte del caffè, portato  dal medico-botanico Prospero Alfino che aveva scoperto in Egitto la bevanda di “colore nero e di sapore simile alla cicoria”.

–    A Venezia si aprì anche il primo bar, o meglio caffetteria italiana. La primissima fu aperta  a Costantinopoli nel 1554. In Europa venne aperto un caffè a Marsiglia nel 1659 e uno ad Amburgo nel 1679.

–    Al suo primo apparire in Italia il caffè trovò non pochi osteggiatori. La Chiesa combattè soprattutto l’uso di andare al bar, “luogo di perdizione”. Ma il Pntefice Clemente VII volle approvare la “bevanda del diavolo” e ne rimase così sedotto che la ribattezzò “bevanda cristiana”.

CHICCHI DI CULTURA

–    La pianta del caffè  un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Rubiacee del genere Coffea. Le specie coltivate più diffuse sono la Coffea arabica e la Coffea canephora, meglio conosciute come Arabica e Robusta. La coltivazione del caffè prospera nella fascia compresa tra i due tropici ed è coltivato dalle pendici delle montagne sino alle coste del mare, a pieno sole o in ombra.

–    Lasciata crescere la pianta può raggiungere anche i 10 metri di altezza, ma nelle coltivazioni viene portata al massimo a 3 metri per facilitare la raccolta dei frutti.

–    Della specie Coffea arabica, o Arabica, vengono coltivate numerose varietà (typica, moka, maragogype). Originaria dell’Etiopia, rappresenta circa ¾ della produzione mondiale. Dalla Robusta si ottiene un caffè più corposo e forte.

–    METTERE DATI DI PRODUZIONE E DI CONSUMO

CHICCHI DI CURIOSITA’

–    L’espresso contiene meno caffeina di quello con la moka o di quello filtrato, poiché la sua preparazione è più rapida e quindi la caffeina ha minor tempo a disposizione per essere “estratta”. Si crede che il caffè lungo del bar contenga meno caffeina. Niente di più sbagliato. Il caffè lungo, poiché è più sfruttato nella preparazione, “estrae” più caffeina. Per “allungare” il caffè ristretto basta diluirlo con l’acqua

–    La tostatura del chicco serve anche per colorarlo, in gradazioni diverse. Il colore base è quello “tonaca di frate”. Nel nord Europa e in nord America si preferisce un colore più chiaro rispetto al bruno scuro del caffè italiano.

–    Re Gustavo III di Svezia condannò a morte due lestofanti. La sentenza doveva essere impartita mediante “somministrazione di caffè”. Non essendo morti, la sentenza fu ripetuta una seconda, una terza, una quarta volta. I due raccontano le cronaca dell’epoca, vissero fino a 83 anni.

–    Al compositore Johann Sebastian Bach il caffè piaceva così tanto da dedicargli una cantata: il Kaffeekantate, eseguita a Lipsia, in Germania, tra il 1732 e il 1735.

–    Il paese col più alto consumo di caffè è la Finlandia (12 kg l’anno pro-capite), quello col più basso è Portorico (400 g pro-capite). L’Italia è al dodicesimo posto (5,9 kg pro-capite) e la media mondiale annuale è di 1,3 kg a persona.

–    È impossibile rimuovere del tutto la caffeina dal caffè. Infatti, in media, in una tazza di decaffeinato vi è un quinto o un decimo di quella contenuta in una tazza di caffè normale.
L’unico tipo di caffè decaffeinato naturalmente è il Coffea charrieriano (Camerun).

–    Alcune indagini psicologiche hanno evidenziato una correlazione tra il modo di consumare il caffè e il comportamento di una persona: il consumo regolare e moderato, spesso a orari ben precisi, caratterizza solitamente una persona che cerca di suddividere in modo razionale attività e impegni. Un consumo eccessivo e affrettato si associa invece a comportamenti di vita più frenetici.

CHICCHI DI SALUTE

–    I vantaggi che una tazzina di caffè può offrire durante la giornata sono molteplici. La mattina agisce soprattutto sui reni, dilatando i vasi sanguigni e facilitando così le sostanze di rifiuto dell’organismo. Dopo pranzo è utile soprattutto per gli organi della digestione, facilitando la loro attività e quindi la digestione stessa. Il pomeriggio contrasta la fase discendente del ciclo sonno-sveglia, mentre la sera, soprattutto se si ha l’abitudine si lavorare anche dopo cena, agisce sui centri celebrali, attivando la fantasia, l’immaginazione e l’associazione di idee

–    E’ all’incirca intorno al 1983 che si è fatta strada una nuova tendenza nella ricerca, prendendo per la prima volta in esame gli effetti benefici della caffeina sull’uomo, riabilitando di fatto la bevanda e sconfessando alcune affermazioni che negli anni avevano gettato ombre sulla caffeina.

–    Gli studi condotti hanno escluso correlazioni tra caffè e cancro e anche tra caffè e malattie cardiovascolari.  In particolare si è verificato che la caffeina, in dosi di 300-500 mg (circa 5/7 espressi da bar) non provoca aritmie. Anzi esercita una azione cardiotonica.

–    La caffeina ha un’azione bronco dilatatoria, pertanto il consumo moderato di caffè può ridurre le crisi di asma. Per avere risultati in questo ambito, sono consigliate almeno 3 tazze al giorno con consumo regolare.

–    Il caffè stimola la produzione di saliva, favorendo la prima fase digestiva che avviene in bocca. Una tazzina di caffè dopo aver mangiato attiva quindi alcuni meccanismi del tratto digerente.

–    Dopo quattro anni di indagini si è riscontrato che la caffeina ha un ruolo epatoprotettore. L’attività della caffeina contrasta l’attività negativa dell’alcool.

–    Il caffè è stato classificato tra i “no nutritive dietary components”, cioè non riveste un valore significativi in termini di apporto di nutrienti ed energia. Una tazzina di caffè senza aggiunta di zucchero non apporta più di due calorie.

–    Mentre si è scoperto che dall’aroma del caffè si sprigionano sostanze chimiche ad alto potere anti-ossidante, che ritardano quindi gli effetti dell’invecchiamento, è indubbio che il chicco di caffè è capace di dare la carica a chi pratica sport: assumendo caffè, infatti, s’incrementa sia la gettata, sia la frequenza cardiaca.